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Volo sopra…


di Pprossa
30.06.2024    |    297    |    5 9.4
"” Il comando mi fa contrarre il sesso..."
Il camerino è riservato a noi. Ci siamo solo io e lei, mi sento esposta.

Le dita mi sfiorano i fianchi. Mi gira in modo che io sia di fronte allo specchio del camerino. Guardo il riflesso mentre mi slaccia il vestito. Mi scivola dalle spalle e cade a terra.

Sono qui, quasi nuda, e lei è completamente vestita. È lei ad avere tutto il potere qui. Non mi infastidisce.

Mi fa contrarre il sesso. “Cosa...” Sospiro quando le sue dita mi sfiorano la schiena. “Cosa facciamo?”

“Abbiamo pochi minuti.”

“Per...”

“Amore, sai esattamente cosa sto per fare.”

“Mi mordo il labbro inferiore. È incredibile quanto desidero che mi ami in questo piccolo camerino. Mi sta facendo impazzire.

“Ti farò venire.” Mi sgancia il reggiseno e me lo fa scivolare dalle spalle.

“Ora metti le mani contro lo specchio e fai quello che ti dico.”

Mi batte il cuore contro il petto. Mi costringo a guardare lo specchio. A piantare i palmi contro la superficie liscia.

“Guardami.” Mi accarezza la guancia con il dorso della mano. Fisso di nuovo il suo riflesso.

La vedo trascinare i polpastrelli lungo il mio collo, sul mio petto, sui miei fianchi. Mi si avvicina. Mi sfiora il collo con le labbra. Un bacio morbido. Poi mi succhia la pelle. Mi passa le mani sullo stomaco, sul petto, sulle cosce. Lentamente, le sue mani si posano sui miei seni. Con i pollici gioca con i capezzoli.

Mi traccia una linea di baci sul collo e sulle spalle. Poi mi preme l’inguine contro il culo. La amo.

È bello sentire le sue dita sulla pelle. Mi abbandono al suo tocco. Assorbo ogni guizzo dei suoi pollici. Ogni morbida rotazione. Tutto il calore della sua bocca. Il piacere mi si accumula in corpo. Il suo tocco mi fa salire la voglia, inizio a spingermi verso di lei.

Mi mette le mani sui fianchi. “Stai ferma.”

Il comando mi fa contrarre il sesso. Annuisco. Voglio stare ferma per lei. Voglio eseguire ogni suo ordine.

Trascina le mani sulle mie mutandine. Poi le abbassa. Sempre più giù. Sempre più giù. Mi accarezza, premendo il tessuto setoso contro la clitoride. È morbido. Liscio. Troppo liscio. Troppo morbido. Ho bisogno di più. Di più pressione. Di tutto. Ma lei è paziente.

Inarco la schiena di mezzo centimetro. In questo modo la sua mano mi preme contro. Ma non è abbastanza. Lei non cede. Mantiene il suo tocco morbido. Lento. Mi fa tremare. Ansimare.

Infine, mi fa scivolare le mutandine fino alle ginocchia. Le scalcio via con i piedi. Sono nuda. E lei è vestita.

E vedere il nostro riflesso mi fa bagnare di più. Mi fa eccitare di più. Lei mi guarda attraverso lo specchio.

“Sei nervosa?”

“Un po’!”

“Ti ricordi cos’ho detto l’ultima volta?”

“Hai detto un sacco di cose.”

“Non è vero… Cosa vuoi?”

Un brivido mi scuote da capo a piedi. “Te.”

Appoggia il palmo sulla mia schiena.

“Come? Come vuoi venire, Amore? Sulle mie labbra? Sulla mia mano? Sulla tua?”

“Uh...” Cerco di trovare le parole per rispondere, ma non ci riesco. Sono troppo presa dai suoi discorsi sconci. Come gli vengono?

“Come? Non lo so.”

“Vuoi che sia io a decidere?” Sì. Annuisco.

Mi fa scivolare il braccio intorno alla vita e mi tiene il corpo contro il suo. Il tessuto del suo vestito è morbido contro la mia pelle. Ma è una bella sensazione. È proprio l’attrito di cui ho bisogno.

Lascia volteggiare le mani vicino al mio interno coscia. La sua espressione rimane paziente, mi sorride. Come se potesse aspettare un milione di anni che io faccia quello che chiede. Mi sfugge un sospiro dalle labbra.

In parte irritato, in parte disperato. Il mio corpo vibra, trema. Deve toccarmi. Adesso!

“Per favore” le dico. Niente.

Premo i palmi delle mani sullo specchio e raddrizzo la schiena. I suoi polpastrelli sfiorano il mio interno coscia. Appena. È abbastanza da trasmettere un’onda di piacere dritta alla mia intimità.

Mi accarezza le cosce un po’ più forte. Un po’ più in alto.

Tengo gli occhi ben chiusi, assimilando ogni tocco, ogni respiro. Le sue dita mi sfiorano la clitoride. È così bello. Sono scossa dal desiderio. Sì. Lì.

Porta una mano al mio petto e gioca con i capezzoli. Inarco la schiena, premendo il pube contro la sua mano.

Un sospiro di piacere mi esce dalle labbra. Il mio corpo è pura trepidazione. Il mio universo è pura trepidazione.

Con la punta delle dita Simo mi disegna dei cerchi intorno ai capezzoli. L’altra mano mi accarezza.

È così morbida che riesco a malapena a sentirla. Ma questo non fa che caricarmi di più. Mi sfugge un gemito dalle labbra. Mi accarezza.

Più forte. Più veloce. Poi è perfetto. Sì. Gemo. Troppo forte. Ma non m’importa. Non m’interessa altro che le sue mani sulla mia pelle.

Mi calano le palpebre. Mi mordo il labbro inferiore. Mi accarezza, più veloce, più forte, di più.

Dentro di me comincia a montare l’orgasmo. Ci siamo. Quasi.

Il tocco successivo delle sue dita mi manda in delirio. La pressione che ho dentro si allenta. Si diffonde alle dita delle mani e dei piedi. Il mio mondo diventa bianco. Nient’altro che pura, profonda estasi.

Apro gli occhi. La guardo mentre mi guarda, riflessa.

È intensa. Imperiosa. Esigente. Leggo la sua voglia nei suoi occhi, è anche soddisfatta.

Io... la capisco. Ma non mi lamento, mi inginocchio… le sollevo il vestito per i lembi.

La mia lingua… Volo sopra!
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